Il Parco Archeologico “Città del Tufo” offre al visitatore la possibilità di vedere ed interagire con un paesaggio rimasto intatto e caratterizzato dalla roccia vulcanica che da il nome al parco, incisa da profondi valloni, ricchi di vegetazione, dai quali emergono rupi isolate e assolate, spesso erose dagli agenti atmosferici con forme di singolare bellezza. Altrettanto particolare risulta il rapporto dell’uomo con questo territorio sin dalle epoche più antiche. Le prime frequentazioni dell’area risalgono alla preistoria e si sviluppano senza soluzioni di continuità sino ad oggi, con forme e architetture mediate e arricchite dai tufi. Di certo la fase storicamente più interessante è quella etrusca che ha il suo apogeo a Sovana (successivamente patria di Ildebrando da Sovana, meglio conosciuto come Papa Gregorio VII) riconoscibile soprattutto nelle sue circostanti necropoli contraddistinte da numerose tombe monumentali tra le quali si ricordano l’Ildebranda (che deve il nome ad una dedica fatta per ricordare il cittadino più illustre del paese), la Pola, Il Sileno, la Pisa e la Sirena.
Il Parco è visitabile partendo dal Centro Visite di Sovana, collocato nello storico Palazzo del Pretorio DOVE SI POSSONO ACQUISTARE I BIGLIETTI DI INGRESSO.
NECROPOLI ETRUSCHE E LE VIE CAVE (1 km da Sovana) Se ci si inoltra nelle valli ai piedi di Sovana, fuori dalle torride stagioni turistiche, e si giunge alle grandi necropoli monumentali, disposte strategicamente tra i fiumi locali e l’onnipotente macchia, si entra in un ambiente ancora al di fuori delle civiltà, dove l’arcana atmosfera dei luoghi etruschi ha per unico compagno il silenzio, il bosco e i suoi occasionali fruscii. Le grandi necropoli di Sovana sono divenute celebri per le monumentali tombe “a tempio” e “a edicola” di età eTOMBA ILDEBRANDAllenistica. Nelle forre vulcaniche del territorio sovanese il tufo fu tagliato, scalpellato e rifinito sin dai primi stanziamenti etruschi, e questa attività scultorea continuo per tutto l’arco della storia etrusca, sino e oltre la romanizzazione. La tomba Ildebranda è l’unico modello ancora visibile, ed in discrete condizioni, di tomba a tempio etrusca.Il monumento è uno dei maggiori esempi di architettura rupestre etrusca: fu infatti realizzato tagliando e scalpellando un’enorme massa rocciosa dalla quale, con minuziosa arte e perizia, venne portata a compimento la ricostruzione di un tradizionale tempio etrusco di età ellenistica. Ma i visitatori che pazientemente percorrono l’itinerario completo di questi siti, rimangono regolarmente stupiti e affascinati da qualcos’altro; all’improvviso, dietro una maestosa tomba, un sentiero conduce tra due profonde e perpendicolari fenditure nella roccia: è l’ingresso di una via cava. Nella necropoli “sopraripa”, dopo la tomba della sirena e le numerose tombe “a dado”, il sentiero giunge all’ingresso della via cava di san sebastiano. Vi è li una fenditura nella roccia, larga circa 3 metri, le cui pareti si alzano perpendicolari intorno ai 20 metri. La spettacolare entrata della tagliata sovrasta il visitatore con le sue spropositate dimensioni, evocando l’ingresso in un mondo di giganti, le cui megalitiche prospettive sgomentano e sorprendono per la loro eccezionalità. Arcaici simboli, incisioni a rilievo e iscrizioni sacre appaiono sulla parte alta delle pareti, ad un’altezza tale che ci vorrebbero scale lunghissime per poter leggere e decifrare questi simboli. Ad una decina di metri, prima dell’ingresso di questa via, è situata l’entrata di una seconda tagliata. Questa via, meno profonda della precedente ha due importanti caratteristiche: la prima riguarda le tombe, disposte una appresso all’altra all’interno della tagliata, indicando così la destinazione sacra e funeraria del percorso. La secondvia cava di Poggio Priscaa caratteristica riguarda il tracciato viario:esattamente parallelo a quello della via cava di san Sebastiano appena descritta. Questo è un equivocabile segno di come questi misteriosi corridoi etruschi non servissero quali normali vie di comunicazione. La contiguità con necropoli e altre aree sacrali è spia di come le vie cave fossero concepite quali percorsi speciali. L’origine di tali opere fu in relazione ad alcuni particolari aspetti della religione etrusca: il culto della madre terra e del mondo sotterraneo la ritualità in onore degli antenati, degli dei inferi e dell’oltretomba. Altre due grandi vie cave, non lontane da quelle descritte sono situate sui fianchi del poggio Prisca, un’altura rupestre, sede di una vasta necropoli e di celebri tombe monumentali. Il poggio incolto, ammantato dalla fitta macchia mediterranea, avvolge gli antichi monumenti in una cornice di ferace primordialità. Nell’area di sosta, alla base del poggio, è situato l’ingresso alla via cava di Poggio Prisca. Si entra in uno scuro e ciclopico percorso e subito ci si stupisce per le acute curve a gomito, che evocano un tortuoso ingresso negli inferi.
INSEDIAMENTO RUPESTE E MEDIOEVALE DI SAN ROCCO (tra Sovana e VIA CAVA DI SAN ROCCOSorano): Il principale poggio rupestre, quanto ad antichità, è San Rocco, dove si dispiegano gli antri di un’estesa necropoli e dal quale si può godere di un panorama di rara bellezza di Sorano (vedi foto). Qui sono situate le entrate di 3 vie cave. La più notevole è la via cava di S.Rocco che mette in comunicazione il poggio con il fondovalle, mentre le altre due si raccordano con il poggio adiacente, chiamato le Rocchette. La via cava di S.Rocco si addentra in un folto bosco ceduo, con un percorso segnato da acute curve a gomito. Questo tipo di bosco è la macchia mediterranea, uno dei pochi luoghi dove ancora resiste, caratterizzata da una variegata quantità di piante, alberi,ecc..
FORTEZZA ORSINI (Sorano): Questo imponente fortilizio, nei secoli ripetutamente assediato e mai espugnato, è considerato il maggiore esempio architettonico di struttura fortificata medioevale della maremma. L’interno della fortezza è stato oggetto, di una vasta opera di restauro che ha posto in evidenza la ricchezza dell’organismo architettonico e la complessità delle dotazioni militari, degli ampi locali, presso il bastione sulla sinistra dell’ingresso, conducono ai sotterranei della fortezza, un vero labirinto di cunicoli e gallerie, anche di epoca etrusca. La Fortezza ospita inoltre il Museo del Medioevo e del Rinascimento.
INSEDIAMENTO RUPESTRE DI VITOZZA (San Quirico, 2 km da Sorano): Monumento simbolo di questa civiltà del tufo è Vitozza che, con le sue oltre 200 grotte, è, oggi, uno dei più grandi centri rupestri dell’Italia centrale. Il paese conobbe il suo momento di massima fortuna tra il XIII e il XIV secolo, quando furono costruite le mura, la chiesa e la rocca, gli unici edifici realizzati in elevato nel paese. Tutte le abitazioni, infatti, furono scavate interamente nel tufo, spesso anche su due o più piani. Persino l’arredo interno (nicchie, armadi, mangiatoie) fu accuratamente intagliato nel banco roccioso. La città, definitivamente abbandonata nel Settecento, è oggi una “POMPEI DI TUFO”, facilmente visitabile grazie a recenti restauri che hanno consentito anche la realizzazione di sentieri ottimamente attrezzati. Per i buoni camminatori potrebbe risultare interessante anche la visita ai resti delle opere murarie dell’acquedotto Vitozza-Sorano, costruite subito dopo l’Unità d’Italia, visibili lungo il corso del fiume Lente.